
Camminare nella penisola salentina
Self-guided – 8 giorni
Un tour a piedi da Lecce a Leuca, per giungere, come antichi pellegrini, alla “fine del mondo”. Un viaggio nella storia che comincia con l’imperdibile visita all’elegante capitale barocca, e prosegue poi pressoché in continuo contatto con il mare Adriatico, che in questa fascia costiera è particolarmente cristallino, e disseminato di torri d’avvistamento, scogliere e grotte marine tra le più belle del mondo. Ma anche l’entroterra del tacco d’Italia non è da meno: pajare a guardia delle campagne e piccoli centri abitati fuori dal tempo dove gustare le specialità dell’enogastronomia locale.
Programma di viaggio
Giorno 1: LECCE
Arrivo e sistemazione a Lecce. Briefing di benvenuto con un operatore di Puglia Hiking Tours.
Giorno 2: SAN FOCA – FRASSANITO
14.3 km
Dopo una serata a Lecce, trascorsa passeggiando nel bellissimo centro storico barocco, la mattina dopo sarete accompagnati con un transfer privato a San Foca. La passeggiata inizia dalla torre costiera medievale. Ne vedrete molte altre: si tratta di edifici militari costruiti intorno al 1500 per proteggere la costa salentina dalle invasioni ottomane. Dopo pochi passi si arriva a Roca Vecchia, un parco archeologico di grande importanza che ospita gli scavi di un insediamento nato in epoca preistorica e poi sopravvissuto fino al Medioevo. Di fronte alle rovine di Roca, si incontra la “Grotta della Poesia”, una delle 10 piscine naturali più belle del mondo (come ha scritto recentemente il National Geographic). Da qui inizia un tratto di costa con alte scogliere a picco sul mare: il sentiero si snoda tra le scogliere e una fitta pineta; rimarrete continuamente incantati dai colori del bosco, del cielo, del mare e delle spiagge. Lungo il percorso si passa per Torre dell’Orso, località balneare che prende il nome da un’altra torre costiera e che ospita una delle più belle spiagge della Puglia. Qui potrete gustare un pasticciotto sulla terrazza del Caffè Dentoni. Un altro sguardo ai famosi faraglioni bianchi nella frazione di Sant’Andrea, e poi la prima tappa si conclude a Frassanito, a poca distanza dai due laghi Alimini.
Dislivello: +109/-95 m
Giorno 3: FRASSANITO – OTRANTO
15 km
La seconda tappa inizia a raccontare la grande e inaspettata varietà del paesaggio salentino. Si lascia per un po’ il mare e, senza allontanarvisi troppo, si trascorre l’intera giornata camminando accanto ai laghi. Si tratta dei laghi Alimini, due laghi costieri, uno d’acqua dolce e uno salmastro, collegati al mare da un canale. Camminerete tra i laghi e poi nella tipica campagna salentina, dove noterete una coltura tipica solo di questa zona: i tralci di vite. Si tratta di tralci di vite che vengono preparati qui per attecchire e diventare la base per nuovi vigneti in tutta Italia. Arriverete a Otranto via terra e godrete della prima vista dalla cappella seicentesca della Madonna dell’Altomare, in splendida posizione panoramica. Una scalinata vi porterà fino alla spiaggia e con pochi altri passi sarete sotto la grande porta del centro storico, un borgo fortificato che termina con l’imponente castello, spesso sede di importanti mostre d’arte.
Il centro storico di Otranto è patrimonio culturale dell’UNESCO.
Dislivello: +116/-117 m
Giorno 4: OTRANTO – BADISCO
15.3 km
La terza tappa è uno degli itinerari costieri più belli che si possano percorrere lungo l’Adriatico. Essa racchiude in pochi chilometri luoghi e storie straordinarie. Subito dopo Otranto si entra nel “Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase“. Da questo momento in poi si prosegue all’interno dei confini del parco per quasi tutto il tour. Il primo avvistamento è la Torre del Serpente, una torre costiera in parte diroccata. Subito dopo si incontra una delle gemme naturali più nascoste e insolite della Puglia: il piccolo lago di Orte. Si tratta di un lago creato artificialmente a seguito di scavi per l’estrazione della bauxite. O meglio, è lo scavo a essere artificiale, mentre l’acqua verde smeraldo del fondo proviene naturalmente dalla falda freatica e crea incredibili contrasti cromatici con il rosso acceso delle ripide sponde e le sfumature di blu del cielo e del mare che lo circondano. Proseguendo lungo uno stretto ma agevole sentiero si arriva a Punta Palascìa, dove un imponente faro che sembra tuffarsi nel mare è il primo a vedere l’alba ogni mattina: è il punto più orientale d’Italia. Ancora qualche chilometro e lo sguardo si poserà su Torre Sant’Emiliano, che domina la costa dall’alto di una scogliera. Ancora qualche passo e si arriva alla fine della tappa, a Badisco, un piccolo fiordo con una bella spiaggia dove si dice sia sbarcato Enea, l’eroe del poema di Virgilio.
Dislivello: +211/-214 m
Giorno 5: BADISCO – CASTRO
15.9 km
Di nuovo tanto mare nella quarta tappa. I primi chilometri sono a pochi metri dall’acqua, seguendo antichi tracciati e incontrando lungo il percorso i vostri immobili e imponenti compagni di viaggio: le torri di avvistamento medievali. Si guarda in basso a Torre Minervino e in alto a Torre Specchia di Guardia. A metà percorso potrete fermarvi a Santa Cesarea, rinomata località termale con splendide ville in stile moresco. Qui vi consigliamo di fermarvi in un bar e ordinare il “caffè leccese“, un caffè espresso versato su cubetti di ghiaccio e addolcito con latte di mandorla: una delle specialità più autentiche del Salento. Poco oltre Santa Cesarea, questo tratto di costa rocciosa offre una delle grotte marine più spettacolari del Mediterraneo: la Grotta Zinzulusa. Scoperta dal vescovo di Castro alla fine del 1700, è aperta ai visitatori dal 1957 e merita una visita.
Poche centinaia di metri dopo la grotta, la tappa termina con l’arrivo a Castro.
Dislivello: +278/-233 m
Giorno 6: CASTRO – TRICASE
17.9 km
Si prosegue con la scoperta delle tante meraviglie che il Salento ha da offrire: castelli, borghi, alberi millenari, architetture in pietra a secco. La sosta può iniziare dal castello angioino, che dà il nome al paese (dal latino Castrum = fortezza), costruito intorno al XII secolo sul punto più alto del promontorio. Il borgo si sviluppò intorno al castello, circondato da mura per difenderlo – come Otranto – dai continui assalti del mare. Appena fuori Castro si noterà che la parte più meridionale del Salento è caratterizzata dalla presenza di tanti piccoli centri abitati, a volte distanti solo poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Dopo il piccolo centro di Marina di Marittima, si apre un lungo tratto di campagna tipicamente salentina, con qualche scorcio di mare e la presenza di numerose “pajare“, costruzioni circolari o quadrate, costruite interamente in pietra nel corso dei secoli dai contadini locali. Venivano utilizzate come abitazioni o come ricovero per animali e attrezzi. Poco prima di arrivare a Tricase si incontra un enorme albero, una Quercia Vallonea, di quasi 1.000 anni: un autentico monumento vegetale.
Dislivello: +258/-215 m
Giorno 7: (TRICASE – GAGLIANO DEL CAPO) - LEUCA
15 km
Nella tappa precedente ne avete già percorso lunghi tratti e in questa ultima tappa percorrerete l’intero ultimo tratto della Via Francigena, fino al Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae. Proprio il percorso che da Canterbury portava prima a Roma (attraverso la Francia, da cui “Francigena”) e poi ai porti dell’estremità orientale dell’Italia, per intraprendere il viaggio verso la Terra Santa. Nell’ottobre 2019 è stato ratificato il percorso di 900 km da Roma al Salento, rendendo quest’ultimo tratto parte ufficiale della Via Francigena e degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa.
Da Tricase la tappa inizia con un breve viaggio in treno verso la stazione ferroviaria più periferica d’Italia, spesso con piccoli treni a una sola carrozza. Il paesaggio che si ammira dai finestrini è quello della più tipica campagna salentina. Scesi dal treno, si attraversa il piccolo centro di Gagliano del Capo (Capo significa “promontorio”) e subito il paesaggio cambia in modo incredibile: dalla tranquilla campagna si passa al mare blu, alle grotte, alle pareti rocciose. Un’immersione da sogno e una risalita, di nuovo a Gagliano, per riprendere la Via Francigena fino a Leuca.
L’arrivo è un vero e proprio tuffo nel Mediterraneo, con gli ultimi passi nella piazza e tra i portici del santuario di Santa Maria de Finibus Terrae. In questo punto si trova anche la cascata monumentale che segna la fine dell’Acquedotto Pugliese, un’immensa opera di ingegneria idraulica, vecchia di oltre un secolo e ancora oggi uno dei più grandi acquedotti del mondo.
Dislivello: +198/-328 m
Giorno 8: LEUCA
Dopo la colazione, check out e fine del servizio.
Cosa vedrete durante il tour